La sindrome da stanchezza cronica (CFS, SFC) è un disturbo in cui si sperimentano svariati ed eterogenei sintomi, tra i quali appunto una profonda e ingiustificata stanchezza, non riconducibili a una causa ben definita. E’ una sindrome che puo’ essere fortemente invalidante, generando un grande impatto negativo sulla qualità della vita. La profonda stanchezza non responsiva al riposo, le difficoltà di concentrazione e i disturbi della memoria, il nervosismo, l’irritabilità, i disturbi dell’ umore (ansia fino al panico, tristezza profonda), la tensione e l’ affaticamento muscolare, i disturbi del sonno sono alcune delle manifestazioni legate alla sindrome da fatica cronica. Ad essi si associano di frequente anche sintomi di carattere psicosomatico quali il colon irritabile (dolore addominale, urgenza evacuativa, alternaza stipsi/diarrea, gonfiore), le difficoltà digestive e il reflusso esofageo.
Per molto tempo la natura della sindrome da stanchezza cronica è rimasta sconosciuta, tuttavia oggi si ritiene che la causa risieda nel persistere di uno stress che, alla lunga, conduce a una sorta di incapacità di recupero. All’ espressione generica “stress” puo’ essere dato il volto di un qualunque prolungato conflitto non superato, talvolta misconosciuto, che mantiene costantemente l’ attivazione dei nostri sistemi di allarme-difesa (asse ipotalamo-ipofisi-surrene) ed è responsabile del rilascio di sostanze (ormoni) che agiscono sul sistema nervoso centrale. Tutto questo si traduce in un maladattamento agli stimoli (comparsa di ansia, nervosismo, depressione) e in un continuo accumulo di scorie nella matrice extracellulare. La matrice extracellulare è la sostanza in cui sono immerse le cellule del nostro organismo. Se questa diventa troppo densa i nutrienti fanno fatica ad arrivare alle cellule le quali rallentano la loro attività (stanchezza). Inoltre la natura di tali scorie è acida il che esita in un’ irritazione delle fibre muscolari le quali rispondono con la contrazione (dolori muscolari).
In che modo l’ agopuntura puo’ intervenire in maniera efficace? Riportando il sistema in stato di quiete, ovvero riequilibrando il sistema nervoso periferico (nelle sue due componenti, sistema nervoso simpatico e parasimpatico) e quindi agendo sulla liberazione di neuromodulatori che permettono il corretto funzionamento del nostro complesso organismo. Tutto quasto si traduce nel ripristino delle capacità di recupero e delle funzionalità di tutti gli organi e apparati.
